Siete commercianti online e avete intenzione di importare in Svizzera oggetti esotici come eleganti stivali in pelle di coccodrillo, scacchiere con pedine d’avorio, specie di orchidee rare o collane di corallo? Forse immaginate già che non sarà affatto un’impresa semplice e temete che qualche complicata ordinanza delle autorità doganali svizzere o un’altra normativa specifica possa finire per mettervi i bastoni tra le ruote.
E in effetti avete ragione: tutti gli esercenti online sono tenuti a rispettare l’accordo CITES sulla flora e sulla fauna. «CITES? C’entra qualcosa con i siti web?», vi starete forse chiedendo.
Assolutamente no. In questo articolo del blog vi riveliamo tutto quello che c’è da sapere sulla convenzione internazionale CITES e vi spieghiamo di cosa si tratta, come potete organizzare la vostra attività di commercio online transfrontaliero verso la Svizzera in maniera seria ed efficiente e a quali normative dovete prestare attenzione per evitare grane con le autorità doganali.
Vendete i vostri prodotti all’estero e in futuro vorreste allargare i vostri orizzonti alla clientela elvetica? O magari l’avete già fatto? Se importate già in Svizzera saprete senz’altro che lo sdoganamento può essere davvero complicato.
E qui una logistica ottimizzata può venirvi in aiuto su più fronti: con la soluzione di invio giusta, infatti, non solo risparmierete tempo e denaro, ma semplificherete anche moltissimo le procedure doganali.
La fitta giungla della burocrazia e delle normative doganali ospita una particolare convenzione soprannominata CITES, che ha visto la luce nel 1973 ed è ormai riconosciuta da quasi tutte le nazioni del mondo. Come specifica il suo nome completo «Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora», si tratta di un accordo internazionale che disciplina il commercio di specie di fauna e flora a rischio di estinzione per proteggerle dai bracconieri e da altri pericoli, preservandole così per le future generazioni.
Di certo, in quanto esercenti online non vorrete che simpatici pappagalli e tenere tartarughe finiscano per estinguersi: proprio per questo è essenziale che rispettiate la CITES e le sue regole nell’ambito del commercio transfrontaliero verso la Svizzera. Attualmente nella CITES sono inserite oltre 5000 specie animali e più di 28’000 specie vegetali: pertanto, vi consigliamo di accertarvi che la vostra merce non sia inclusa nel lunghissimo elenco delle specie protette.
Avere la coscienza pulita e tutelare la vostra reputazione non sono però gli unici motivi per cui vale la pena conoscere a fondo la normativa CITES: violare l’accordo internazionale per voi comporterebbe ben presto dei grattacapi con le autorità doganali, con conseguenti problemi di sdoganamento della merce che potrebbero mettere a repentaglio la puntualità della consegna. E così l’importazione transfrontaliera verso la Svizzera potrebbe diventare un vero inferno e finire per prosciugarvi le forze... e anche il portafoglio.
Per evitare il peggio, di seguito vi spieghiamo dove potete ottenere l’autorizzazione e gli altri documenti necessari ai sensi dell’ordinanza svizzera CITES e quali disposizioni particolari si applicano al commercio online transfrontaliero con specie di flora e fauna a rischio di estinzione.
L’ordinanza svizzera CITES ha un obiettivo: controllare il commercio di specie di fauna e flora selvatiche a rischio di estinzione, in modo da garantire che tra 100 anni sia ancora possibile ammirare coccodrilli, rinoceronti e pappagalli in natura. Per questo, le merci realizzate con specie animali e vegetali protette dalla convenzione devono disporre di un certificato ufficiale per l’importazione in Svizzera.
Le normative della CITES si suddividono in tre allegati: l’allegato 1 (o allegato I) corrisponde al massimo grado di tutela e riporta circa 1000 specie di fauna e flora soggette a un sostanziale divieto di commercio, tra cui elefanti (e quindi addio pedine degli scacchi d’avorio!), rinoceronti, alcuni legni pregiati e varie specie di orchidee. Gli allegati 2 e 3 (o allegato II e allegato III) includono specie come cactus, coccodrilli, lupi e la maggior parte delle specie di pappagalli, il cui commercio è consentito solo in maniera regolamentata e controllata attraverso appositi certificati.
Dato che l’elenco delle specie di flora e fauna protette viene costantemente aggiornato, è bene che lo consultiate regolarmente e vi accertiate sempre della conformità della vostra merce alle normative CITES.
Insomma, chi importa in Svizzera merci regolamentate dalla CITES deve assolutamente informarsi a dovere, organizzarsi bene e disporre di un’ottima rete di contatti.
Poniamo che vogliate importare in Svizzera delle borse in pelle di coccodrillo provenienti dal Ghana.
Tralasciando la questione complessa della conservazione delle specie a rischio, dovete organizzarvi in modo da garantire una procedura di sdoganamento corretta ed efficiente. Nel caso appena citato la procedura di sdoganamento si svolgerebbe più o meno come descritto di seguito.
Se intendete importare regolarmente merce in Svizzera nell’ambito della vostra attività di e-commerce transfrontaliero, compilare di continuo permessi e autorizzazioni sarebbe una vera seccatura. In tal caso vi conviene dichiarare un’attività d’importazione a titolo professionale con merci di specie protette dalla CITES e richiedere un’autorizzazione d’importazione permanente, che vi dà diritto a importare borse in pelle di coccodrillo per due anni senza dovervi procurare ogni volta una nuova autorizzazione!
Oltre ai divieti praticamente generalizzati d’importazione (allegato 1), come nel caso dell’avorio o degli scialli in lana di antilope tibetana, ad alcune merci ammesse si applicano delle disposizioni speciali: può darsi quindi che siano necessarie delle autorizzazioni supplementari o che sia consentito importare solo una certa quantità di merci in una data stagione.
Se elencassimo tutte le eccezioni alle regole, l’articolo non finirebbe più; pertanto, è essenziale che vi informiate sempre sulle disposizioni vigenti sulla base del vostro caso concreto. Sostanzialmente dovete essere in grado di dimostrare l’origine e la provenienza della vostra merce e di essere in possesso di una legittima autorizzazione a disporne.
Se volete che tutte le procedure vengano sbrigate in maniera rapida ed efficiente, l’ideale è rivolgersi a un agente doganale o a uno spedizioniere, che vi aiuterà a rispettare le disposizioni vigenti e a sbrigare tutte le operazioni di sdoganamento.
Si tratta di una soluzione che non solo vi semplifica il lavoro, ma che consente di prevenire anche potenziali errori. Se decidete di affidarvi a un professionista del settore, basterà fornirgli le seguenti informazioni:
Qualora il vostro prodotto rientri tra quelli critici, lo specialista in materia di CITES vi proporrà delle misure adeguate: nel peggiore dei casi vi consiglierà di non importare quel prodotto in Svizzera perché non ne vale la pena.
Se si tratta del vostro core business o di un cavallo di battaglia del vostro shop potete provare ad avviare l’apposita procedura di autorizzazione. Anche in questo caso vi consigliamo di avvalervi di un’assistenza competente per evitare eventuali problemi logistici e soppesare fin da subito le opportunità e i rischi calcolabili.
Come avrete capito si tratta di un tema decisamente ampio e complesso, che può presentare molteplici sfide per chi è alle prime armi con la CITES. Ecco i nostri consigli per evitare i passi falsi più gravi.
Insomma, chi importa in Svizzera merci regolamentate dalla CITES deve assolutamente informarsi a dovere, organizzarsi bene e disporre di un’ottima rete di contatti.
Naturalmente, nemmeno una preparazione perfetta basta a scongiurare del tutto il rischio di errori allo sdoganamento. Dato che le sfide sono davvero tante e sarebbe impossibile elencarle tutte, di seguito ne riportiamo tre molto frequenti.
Non fatevi scoraggiare dalla giungla di regole! L’e-commerce transfrontaliero con merci soggette alla CITES può essere molto redditizio: è questione di tecnica e di trovare la strategia giusta! E ricordate che l’ordinanza CITES non è stata emessa per causarvi dei grattacapi ma per proteggere dall’estinzione le specie animali e vegetali a rischio. Con una spedizione a impatto zero renderete ancora più sostenibile la vostra logistica e contribuirete alla tutela dell’ambiente.
Se siete commercianti online e volete importare merci esotiche in Svizzera potete far leva sui lati positivi della convenzione CITES. Oltre al fatto di agire nel rispetto della legge evitando multe salate, avrete anche l’opportunità di affermarvi su mercati di nicchia lucrativi con poca concorrenza. Il mercato elvetico è infatti estremamente redditizio e offre possibilità di vendita senza eguali nel settore dei beni di lusso.
Attenendovi alle disposizioni di tutela delle specie minacciate e dimostrando di essere in possesso di una legittima autorizzazione date prova di responsabilità e affidabilità alla clientela. Il commercio consapevole e sostenibile dimostra che non avete problemi a rivelare da dove proviene la merce, il che non può che essere positivo per la vostra immagine.
E non solo: più la vostra immagine positiva si affermerà nel settore di nicchia, più è probabile che realizzerete fatturati più alti grazie all’ottima fidelizzazione della clientela, con tanto di passaparola, ulteriori acquisti e rating migliori sui motori di ricerca.
E infine, con una preparazione attenta potete evitare ritardi, rinvii o sequestri in fase di sdoganamento da parte delle autorità doganali svizzere, migliorando non solo la qualità dei vostri servizi e velocizzando i tempi di consegna, ma risparmiandovi anche grossi costi di opportunità e grattacapi. Per non parlare poi del fatto che potrete vendere quantità maggiori di merce nello stesso tempo, rendendo più efficiente e redditizia la vostra attività di e-commerce transfrontaliero.
In Svizzera le violazioni delle norme CITES possono essere punite con sanzioni fino a CHF 20’000.
Se importate in Svizzera merci regolamentate dalla CITES per la flora e/o la fauna, oltre all’IVA dovete versare delle tasse differenti, stabilite a seconda delle categorie di merci CITES flora e CITES fauna.
Se decidete di importare in Svizzera delle piante regolamentate dalla CITES, ad esempio delle orchidee provenienti da paesi extraeuropei, dovete corrispondere una tassa di base e una tassa supplementare. La tassa di base ammonta a CHF 50 per certificato fitosanitario, mentre quella supplementare dipende dal numero di articoli.
L’emolumento per un’orchidea (un articolo) con il rispettivo certificato fitosanitario sarebbe pari a CHF 60, mentre per tre orchidee munite di certificato fitosanitario bisognerebbe versare CHF 80. Se importate in terra elvetica dieci orchidee di diversa origine (due certificati fitosanitari con cinque articoli ciascuno), paghereste circa CHF 200 di tasse.
Ma la tassa CITES per la flora non va versata solo per le piante vive; è prevista ad esempio anche per un pullover i cui bottoni sono realizzati in un legno pregiato soggetto alla CITES.
Inoltre, le piante vive devono essere sottoposte a un controllo fisico, che costa altri CHF 60 di tasse. Per un controllo dei documenti senza verifica fisica si applica una commissione di CHF 30. Le tasse non sono incluse nella dichiarazione doganale e vengono calcolate a posteriori.
Gli emolumenti per l’ispezione di specie di fauna e prodotti animali soggetti alla CITES vengono stabiliti dalle autorità responsabili, nello specifico l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV). Le tasse d’ispezione possono variare a seconda del tipo di prodotto, della grandezza della spedizione e dell’impegno ispettivo richiesto.
In base ai prodotti soggetti alle norme CITES per la conservazione della fauna che vengono importati, l’ispezione può includere una verifica fisica della merce o un controllo della relativa documentazione. Le tasse possono variare a seconda del tipo e della portata dell’ispezione.
Anche le dimensioni dell’invio, la quantità di esemplari o prodotti animali interessati, il peso e il numero di specie diverse regolamentate dalla CITES influenzano l’importo delle tasse d’ispezione.
In alcuni casi può rendersi necessario effettuare ulteriori test e analisi per verificare il rispetto delle disposizioni CITES e delle normative nazionali in vigore, come ad esempio per la carne bovina proveniente da paesi in cui non è vietato l’impiego di ormoni della crescita. I costi di tali test e analisi possono far lievitare le tasse d’ispezione.
A queste si aggiungono poi ulteriori spese amministrative che le autorità competenti possono addebitare per l’elaborazione delle richieste, l’emissione di autorizzazioni e certificati e lo svolgimento di ispezioni.
Le tasse per l’ispezione di esemplari vivi e prodotti animali in sede di sdoganamento per l’ingresso in Svizzera di merci soggette alle disposizioni CITES per la conservazione della fauna possono variare moltissimo. Pertanto, è bene informarsi tempestivamente presso l’autorità competente o affidarsi a una società di spedizioni specializzata in merci CITES.
Innanzitutto: congratulazioni! Avete appena affrontato un tema tanto ampio quanto complesso e speriamo che ora abbiate le idee un po’ più chiare al riguardo.
Per concludere, di seguito ricapitoliamo i punti chiave per gli esercenti online che desiderano importare piante e animali esotici in terra elvetica in conformità alle norme CITES.
Ora sapete tutto ciò che serve per far decollare la vostra attività di e-commerce online nel rispetto della CITES!
Volete ridurre le vostre spese di spedizione?
O magari desiderate scoprire come ottimizzare le vostre procedure di spedizione e sdoganamento?